Sostiene Pereira - Antonio Tabucchi - Feltrinelli
Nel 1938, a qualche mese dallo scoppio della seconda guerra mondiale, fare il giornalista era uno dei lavori più difficili che un uomo potesse fare. Farlo a Lisbona, in Portogallo, nazione affiliata con il generale fascista Franco, proprio mentre si combatteva la guerra civile nella vicina Spagna, era ancor più difficile. Occorreva essere cauti, equilibrati nell'uso delle parole ed accorti nello scegliere gli argomenti da trattare; tutto questo era proprio quello che faceva un piccolo giornalista portoghese, di nome Pereira. La censura era sempre in agguato e la polizia sapeva essere molto “convincente” con chi si permetteva di scrivere contro Salazar e contro il suo regime.
Pereira era un piccolo giornalista di un giovane giornale, il “Lisboa”, e ne dirigeva la pagina culturale, che curava da solo, senza alcun collaboratore. Si limitava a scrivere ricorrenze su scrittori deceduti o a tradurre racconti francesi di scrittori dell'800. Un giornalista pacato, che non voleva rogne né andava a cercarsele, senza veri amici, senza donne. Qualcosa però nella sua vita cambia: assume un collaboratore giovane, appena laureato, un rivoluzionario, un sovversivo; dapprima vorrebbe staccarsene, ma non ci riesce, Pereira scopre in sé l'istinto di doverlo aiutare, sente che è la cosa giusta da fare.
Il piccolo giornalista diventa una grande storia, una storia in cui un uomo qualsiasi decide di voler cambiare le cose, capisce di Continua a leggere...
Scritto da: Andrea Gaetani
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